Il mese di aprile, per noi scout, è anche il mese di San Giorgio — il 23 aprile — nostro santo patrono! Di tradizione, per la festa di San Giorgio gli scout di Roma si danno appuntamento a San Giorgio al Velabro, per rinnovare la promessa, come hanno fatto diverse volte anche in clandestinità, nei lunghi anni della giungla silente. Come poter celebrare meglio se non con un bel racconto, una storia vera di scoutismo clandestino romano in epoca fascista, di quella brace sotto la cenere, che alcuni esploratori hanno fatto del loro meglio per tenere accesa?
La mattina di Domenica 30 agosto 1942 deve essere stato un momento emozionante per un reparto molto particolare — ce lo raccontano le carte di Gino Armeni. L’appuntamento era in sede alle 5,45 — non è chiara dalle carte dove fosse, ma pare che sia il periodo in cui Gino Armeni era vicino a don Paolo Pecoraro, noto per il suo impegno anti-fascista. Prendono il treno delle 6,30 del mattino per Sacrofano, meta: la “Valle delle Sorgenti”. Non era un’uscita qualsiasi, ma una particolarmente significativa.

(Archivio: carte di Gino Armeni, ASGECI Roma 121. Foto: Josef Mario Briffa)
Arrivati alla meta, si comincia con la Santa Messa — ricordiamoci che c’era ancora l’obbligo del digiuno dalla mezzanotte — seguita dalla colazione, e l’impianto del campo. Le circostanze gli impedivano di fare il pernotto, ma è chiaro che a Gino questo contava poco. Il campo si fa comunque, anche se si deve smontare in serata. Voleva far vivere ai ragazzi l’esperienza scout più pienamente possibile. Anzi, era proprio una gara tra squadriglie per il miglior accampamento. Poi tempo per fare il bagno, il pranzo ed un po’ di riposo.
Ma non era un’uscita qualsiasi. Momento forte del giorno è la solenne investitura — il momento in cui diversi ragazzi hanno fatto la promessa, con tanto di benedizione della fiamma e dei guidoni! Uno scoutismo poco camuffato, in piena epoca fascista. Le carte dattiloscritte non parlano di scout o esploratore … furbamente parlano di Legge della “Guida” e Promessa della “Guida” — ma il linguaggio è riconoscibile senz’ombra di dubbio! A fine della solenne investitura la Jemboli [sic] finale … momento di fare festa insieme.

(Archivio: carte di Gino Armeni, AGESCI Roma 121. Foto: Josef Mario Briffa)
Il resto del pomeriggio è dedicato a giochi, esplorazione, e gare varie tra le squadriglie. Alle 19,30 smontaggio campo, il santo rosario, e partenza per Roma alle 20,45 … con arrivo previsto a Piazzale Flaminio alle 21,15.
Partono come un gruppo di ragazzi, tornano un reparto scout. Parrebbe — a prima vista — una normalissima uscita delle promesse. Fin quando ci ricordiamo che siamo nell’agosto del 1942, in pieno regime fascista e in piena guerra, quando lo scoutismo era proibito. Non può non toccarci l’audacia di Gino e di questi ragazzi. Né il governo fascista, né la guerra, potevano spegnere del tutto questa fiamma.
Un sentito grazie al gruppo AGESCI Roma 121, ed in particolare a Davide, per l’accesso alle carte di Gino Armeni.