Una “beffa robusta e gioconda” – il Roma 29

Basilica di San Marco Evangelista al Campidoglio
(Foto: Nicholas Gemini, commons.wikimedia.com CC-BY-SA 4.0)

Era il 9 aprile 1928 – 91 anni fa. Un decreto leggo firmato da Mussolini e dal Re Vittorio Emmanuele III, ordinava lo scioglimento di tutte le associazioni giovanili che non aderivano all’Opera Nazione Balilla — tra cui allora anche l’allora ASCI. L’Associazione formalmente cessò di esistere qualche settimana più tardi. A Roma si ammainò la bandiera dell’ASCI dopo tre giorni di campo a Tre Fontane. Molti riparti — in tutta Italia — hanno chiuso i battenti anche con cerimonie commoventi di deposizione delle fiamme e dei guidoni. Ma non tutti …

Particolarmente audace, ed anche simpatica, è la storia del Riparto Roma 29, quella che Mario Mazza — nota figura del storia scout italiana — chiamò una “beffa robusta e gioconda.” Il Riparto Roma 29 difatti rimase attivo, tramutandosi in Congregazione Mariana San Marco.

San Marco. Non un nome qualsiasi, e particolarmente significativo. Il Riparta aveva sede al Palazzo Doria in piazza Grazioli, e faceva capo a livello parrocchiale alla Basilica di San Marco al Campidoglio, parte dell’isolato che include Palazzo Venezia, sede del Duce! Nonostante lo scioglimento formale, lo scoutismo continuava, proprio sotto il naso del regime. Il Riparto non solo non chiuse i battenti, ma come Congregazione Mariana ricevette nuovi iscritti, ed anche alcuni scout passati dal Roma 50 (San Camillo).

Come racconta Mario Sica (2017, 297), “sede e capi (Domenico Calizza, Luigi Montenovi, Angelo Lo Faso) e — per quanto possibile — attività rimasero le stesso: e così pure la Legge Promessa, lo spirito e l’uniforme (indossata nelle uscite)”. Anzi, nel primo anno — come racconta Salvatore Salvatori (Commissario dell’ASCI per Roma allo scioglimento, e futuro Capo Scout della rinata ASCI) — “il Roma 29 continuò per un anno le sue attività regolarmente in uniforme […] Entravano in uniforme dalla porta (del palazzetto S.Marco) guardata da due militi con baionette innestate. Nessuno poteva pensare che quelli, pur essendo stati sciolti si presentassero così.” Sarà solo l’intervento dello stesso Salvatori, per salvaguardare prudentemente ragazzi e famiglie, che li farà riporre l’uniforme, almeno in città! (AA.VV. 1996,6)

Il Riparto subì un momento di crisi nel 1932, inclusa la perdita della sede. Ma la Congregazione fu ricostituita per la tenacia di alcuni di loro — e per ironia maggiore aveva con sede propria uno stanzone-archivio tra gli spazi parrocchiale, nella parte superiore del complesso di edifici dello stesso Palazzo Venezia — proprio nella tana del lupo! Dal 1933 ricominciò la seri di campi estivi e numerose attività. Il gruppo rimase attivo fino al 1939/1940, quando con la guerra diversi dei capi e dei congregati furono chiamati alle armi. La sede dovette essere abbandonata nel 1942 — con perdita di materiali.

Non sorprende allora se, quando l’ASCI rinasce a fine guerra, quelli del Roma 29 erano tra i primi a potere rispondere. Racconta Lo Faso: “Il Commissariato Centrale, quale significativo riconoscimento per la coraggiosa, intensa e tenace opera svolta nel lungo periodo clandestino, consenti al Riparto Roma 29, in via del tutto eccezionale, di apporre il Leone alato di S. Marco sulla Fiamma e sul fazzoletto.” (Sica et al. 1966,62-63)

[altri articoli nella serie Brace sotto la cenere]

Per leggere di più:
AA.VV., 1996, “La piccola storia di un uomo nella storia di un epoca.” Esperienze e progetti 110 (XXIII-1), 5-18. [pagina 6, la testimonianza di Salvatore Salvatori riguardo al Roma 29]
SICA, Mario, 2017. Storia dello scoutismo in Italia. 5a edizione. Roma, Fiordaliso. [pagina 294, riguardo al Roma 29]
SICA, Maria, FERRARI, Claudio, LO FASO, Angelo, LUPI, Arrigo, 1966. “Parte 3a – Scoutismo Clandestino (1928/43/45), ”Estote Parati. Rivista dei Capi dell’A.S.C.I., Ottobre-Novembre 1966, 51-74. [pagine 61-63, la storia del Roma 29, scritta da Angelo Lo Faso, uno dei protagonisti.]

Leave a comment