Abitualmente per la Festa di San Giorgio, le Guide e gli Scout di Roma, appartenenti alle varie associazioni — AGESCI, MASCI, FSE, CNGEI — si ritrovano alla Chiesta di San Giorgio in Velabro per rinnovare la propria promessa. Ieri noi c’eravamo comunque, anche se non fisicamente a San Giorgio in Velabro — ma attraverso le varie piattaforme.
Ecco il testo di quello che ho condiviso ieri …
Alzo gli occhi verso i monti: / da dove mi verrà l’aiuto?
Il mio aiuto viene dal Signore, / che ha fatto cielo e terra.Non lascerà vacillare il tuo piede, / non si addormenterà il tuo custode.
Non si addormenterà, non prenderà sonno, / il custode d’Israele.Il Signore è il tuo custode,
il Signore è come ombra che ti copre, / e sta alla tua destra.
Di giorno non ti colpirà il sole, / né la luna di notte.Il Signore ti proteggerà da ogni male, / egli proteggerà la tua vita.
Il Signore veglierà su di te, quando esci e quando entri,
da ora e per sempre.
Volevamo aprire questo momento di stasera con queste parole del Salmo 121 – una preghiera che ci pone con fiducia davanti a Dio.
Oggi celebriamo San Giorgio, una festa che è giustamente molto cara a tutti noi, Guide e Scout, giovani e meno giovani. Una festa che porta sicuramente memorie di molte attività vissute insieme, di vari eventi, che solitamente segnano questo ricorrenza nel nostro calendario – specialmente per i diversi reparti e zone.
Per noi qui a Roma, questo giorno è legato ad un luogo particolare – la Basilica di San Giorgio al Velabro — e a delle memorie forti. Anche durante gli anni quando lo scoutismo era proibito dal Regime Fascista, gli esploratori si radunavano ogni anno per rinnovare la promessa. Il 23 aprile del 1944, poi — nei mesi più bui di Roma, per la prima volta, c’erano anche le Guide — e a fine messa aveva fatto la prima un lupetto: segno di speranza!
Oggi, non possiamo essere fisicamente a San Giorgio in Velabro. Le circostanze ci chiedono di vivere la scelta di giocare di squadra per superare insieme questa emergenza — perché la promessa scout va oltre lo spazio delle nostre sedi, e il tempo della nostra attività, e abbraccia la quotidianità della nostra vita.
Come tutte le squadre giochiamo in vari ruoli. Alcuni di noi vivono la loro promessa come medici, infermieri, personale medico, servizi d’ordini, protezione civile, nelle Caritas, e in mille modi che garantiscono i servizi essenziali e a quelli più deboli. Tutti, poi, siamo chiamati a vivere la nostra promessa nell’adattarci a modi nuovi di fare scuola, di studiare, di lavorare, pregare, di far attività e stare insieme … ben consapevoli che così “aiutiamo gli altri in tutte le circostanze.” Facciamo anche noi la nostra parte, anche se in modi meno visibili, più nascosti ma non meno efficaci.
Siamo chiamati a vivere questo tempo quella lealtà verso gli altri che ci contraddistingue, quel saper mettere il bene di tutti sopra i nostri individuali interessi, con quello spirito che ci invita a sorridere e cantare anche nella difficoltà … non perché sciocchi, ma perché sappiamo guardare oltre la fatica, oltre il momento, oltre l’ostacolo.
In questo, invochiamo anche l’intercessione di San Giorgio. Oltre le leggende che colorano il racconto, san Giorgio era soldato romano dei primi secoli, molto venerato tuttora nelle Chiese orientali, martire che rimase fedele nella sua testimonianza a Cristo, pur pagando con la propria vita. Rimanere fedeli … questo sta al cuore dell’essere martiri … perché il martire cristiano, non è tale tanto perché muore per Cristo, ma perché con la propria vita, con le proprie scelte, testimonia che Cristo è la sua bussola, che gli dà direzione e senso.
Preghiamo, allora, per intercessione di san Giorgio, perché ci aiuti nella nostra lotta contro ciò che è malvagio — contro i draghi della nostra vita — e ci accompagni nella nostra ricerca della giustizia e la pace, per lasciare il mondo migliore di come l’abbiamo trovato, fedeli alla nostra Promessa e alla Legge Scout.
E se fisicamente non possiamo essere insieme a San Giorgio in Velabro, lasciamo che un angolo di quella Chiesa trovi spazio nelle nostre case, e soprattutto nei nostri cuori. Rinnoviamo la nostra promessa per poter dire di nuovo, anche quest’anno: io ci sono, eccomi!