
Salvatore Salvatori con dei ragazzi in escursione, forse nel periodo clandestino (AGESCI Centro Documentazione, Fondo 27 – Carte di Salvatore Salvatori, fasc. 2)
È il marzo del 1931. Lo scoutismo è sciolto ormai da tre anni, ma diversi capi e gruppi hanno trovato modo di continuare in una forma o nell’altra le loro attività. Uno di questi è Salvatore Salvatori, a questo punto attivo alla Parrocchia dell’Immacolata e l’Istituto Pio X dei Padri Giuseppini, nel quartiere San Lorenzo.
Ma siamo in tempi di regime. Qualche buon’anima — che si firma “umilissimo servo, ex-combattente di quella guerra che anche voi combattete” — non riesce a sopportare quest’affronto al fascismo, e manda una denuncia anonima. La lettera porta il timbro di protocollo della segreteria particolare di S.E. il Capo del Governo — la lettera è arrivata all’ufficio del Duce.
Ironia vuole che questa denuncia ci offre uno spunto documentato della vita clandestina, che se no sarebbe andata persa. Perciò, vale la pena riportarla integralmente:
22/3/31 E.F. IX
Eccellenza,
Stamattina, alle ore 9, sulla Via Prenestina, subito dopo il dazio, un gruppo di una quarantina di giovani dai 10 ai 17 anni, già gruppo di esploratori che dovrebbe risiedere a S.Lorenzo che a malincuore ha deposta la divisa di esploratori pur mantenendo le idee antifasciste, mentre marciava a passo, capitanato da un uomo sulla trentina, biondiccio e già capo da tempo di essi, cantava forte la canzone del “Piave” trasformando in una grottesca parodia le belle parola che la compongono. Alcune frasi da me udite dicevano così: nella sporca tradotta camminavano i fanti con una coperta piena d’abitanti. Facendo ciò seguire da risate sarcastiche sicuri d’essere non uditi da alcuno perché in aperta campagna.
E ciò mentre a Roma oggi si festeggia l’anniversario dei Fasci!
Questo sparuto gruppo di ribelli se è spoglio della divisa di esploratore e si è rifiutato d’indossare quella onorata del Balilla o Giovane Fascista, conserva nel cuore sentimenti antifascisti e da tutta la propaganda possibile, dannosa quanto mai perché è ormai risaputo che specie a S.Lorenzo non si danno per vinti.
Una tirata di orecchie non solo ad essi ma più che altro ai loro dirigenti, fra i quali il biondiccio non romano e forse neanche italiano che li guida, non farebbe male ma è necessaria una vostra frustata … altrimenti nessuno si muove.
Aggiungo che il suddetto gruppo quasi tutte le domeniche compie escursioni verso la campagna romana e un anno fa ebbi a rivolgere ad alcuni di essi un severo rimprovero perché cantavano una canzone contro i Balilla.
Alcuni tacquero, altri mi diressero parole ingiurioso. Erano in troppi e non volli compromettermi.
Vostra Eccellenza provvederà ne son certo.
Chiedo tante scuse del disturbo.Di Vostra Eccellenza umilissimo servitore,
ex-ufficiale di quella guerra che anche Voi combattete.
Naturalmente, la questione non si è fermata lì. Il Ministero dell’Interno chiede alla Regia Questura di Roma di investigare.
L’inchiesta del Questore
La risposta del Questore — datata il 22 aprile — ci permette di riempire gli elementi mancanti. Il Questore ci informa che il capo in questione non è altro che Salvatore Salvatori, professore di matematica, e “risulta di regolare condotta morale e politica”. Difatti, però, Salvatori perderà il suo posto di lavoro l’anno successivo, quando rifiuterà di prestare il giuramento di fedeltà al regime (Sica 2017: 296).
Siamo informati anche che vi era stato un gruppo scout — il Roma 11 — attivo alla Parrocchia dell’Immacolata e l’Istituto Pio X, con a capo Salvatori, “ma venuto l’ordine di scioglimento di detta Associazione, i Padri Giuseppini provvidero immediatamente acchè l’ordine fosse osservato.” Leggendo oltre, pare chiaro che questo avviene solo a livello formale. Tra le organizzazioni vi è una Congregazione Mariana “che raccoglie circa una sessantina di giovani” dai 14 anni in su — di cui è Prefetto lo stesso Salvatori. Il Questore, però, sembra soddisfatto che questa congregazione è “di carattere esclusivamente religioso,” ed inoltre ci informa che tra i giovani c’è “qualche avanguardista” (dell’Opera Nazionale Balilla). Questa Congregazione, fungeva anche da “sezione escursionistica” della società sportiva Spes, “iscritta regolarmente al Dopolavoro Fascista.”
S’indagò anche la questione del “Sacro Inno del Piave”, ma anche qui, al Questore risulta soltanto un canto che ricorda una gita avvenuta prima e conclude che “è da escludere che nel compilare tale poesiola di cui si unisce copie, si sia avuta da parte dei giovani la benché minima intenzione di irriverenza per il Sacro Inno del Piave.”
Il Questore sembra soddisfatto che tutto è secondo la legge, e provvede soltanto a diffidare i dirigenti del gruppo escursionistico Spes “perché evitino che, per l’avvenire, i giovani appartenenti alla stessa, profanino, sia pure in buona fede, il Sacro Inno del Piave”. Sicuramente non la “frustata” che avrebbe sperato il denunciatore anonimo!
È curioso notare che chi ha fatto la denuncia era chiaramente ben informato, li osservava probabilmente da tempo, e aveva intuito bene il sentimento reale del gruppo — probabilmente meglio del Questore — ma rimarrà senza soddisfazione! Insomma, uno scoutismo camuffato, nascosto in piena vista, che riuscì ad avere la meglio anche su una denuncia anonima.
Nota:
Questo episodio è menzionato in Mario Sica 2017: 296, che era il mio indizio di partenza. Il racconto si basa sulla documentazione presente all’Archivio Centrale dello Stato (ACS, MI, DGPS, cat. G1, b.15, f.187, sf. “Corpo Nazionale Giovani Esploratori Cattolici”), in copia al centro Centro Documentazioni AGESCI, Fondo 28 – Carte Mario Sica, serie 6 fascicolo 5 [busta 10] no 56; “busta 2 – fasc 4 – 56 Denuncia anonima contro Salvatori”.
Ricordare la storia è un’attività bellissima che non dovrebbe mai essere gettata al vento. Questo articolo mi ricorda l’importanza di guardare indietro in modo da essere in grado di andare avanti ragionevolmente. Grazie Prof. Josef Briffa. SJ.
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Queste documentazioni completano il quadro di ciò che fu fatto in Italia durante quel triste periodo.
A imperitura testimonianza delle belle cose fatte dai ragazzi che hanno creduto agli ideali scout e che hanno creato una strada là dove c’era il deserto.
Sono convinto che anche leggendo queste antiche carte si riuscirà a trovare la forza di rinascere più forti di prima dopo questo periodo difficile.
Grazie di cuore Mario