Engàddi

[bil-Malti][English]

Baciami con i baci della tua bocca!
Migliore del vino è il tuo amore.
Il tuo profumo è inebriante
la tua fragranza più di ogni balsamo.

I.

Presto m’innamorai di te, fin troppo giovane,
il mio cuore ti cercava,
la mia anima anelava a te.
Tu parlavi dritto al mio cuore,
le tue parole come miele al mio palato,
quando servivo giorno e notte alla tua presenza.
Eri rivestito di splendore e di maestà
tra profumi d’incenso.

II.

Ma col passare degli anni,
la tua voce s’indebolì, la tua fragranza svanì.
Detti tutti i miei beni per guadagnarmi il tuo amore,
non ti sentivo più accanto.

Sul mio letto, per notti interminabili
ho desiderato l’amore dell’anima mia:
Ti ho cercato ma non t’ho trovato.

T’imploro, parlami, amore mio!
Portami di nuovo del deserto,
e sussurra al mio cuore come nella mia gioventù!

III.

Io dormo, ma la mia anima veglia.
La voce del mio amato! Senti che bussa!
“Aprimi, fratello, amato mio,
il mio capo è pieno di rugiada.”

Il mio amato introdusse la mano nella fessura della porta,
e le mie viscere fremettero per lui,
la mia anima venne meno quando mi parlò.

Mi alzai per aprire al mio amato
e le mie mani sgocciolavano mirra,
e le mia dita balsamo
sulla maniglia del chiavistello.

Ho aperto all’amato mio,
ma se n’era andato.
Non riuscì a raggiungerlo, ero troppo svelto.

IV.

Quanto sei bello, amore mio!
Ti ho visto salire dalla pozza
alla sorgente della Roccia delle Gazzelle.

La bellezza del tuo viso sfida ogni pittore
La tua chioma spettinata dall’acqua
La barba color mora.
Il tuo petto di bronzo per il sole
opera di un grande maestro
la tua schiena robusta come una quercia.
Le tue braccia rami fortissimi,
le tua gamba colonne stupende
ogni nervo ben scolpito.

Volevo che mi abbracciassi stretto,
ma ebbi paura, provai vergogna,
mi nascosi nel giardino, e lo serrai.
Non sapevo dare voce al mio desiderio,
né cogliere la scintilla che arde in me, mio amore.

V.

La voce del mio amato!
Viene saltando per i monti come un cerbiatto,
balzando come una gazzella:

“Àlzati, gioia mia,
amore mio, vieni!
Vedi! L’inverno è passato,
la pioggia è cessata.
Nei campi sono spuntati i fiori.
Il fico sta maturando i primi frutti
e le viti in fiore spandono profumo.”

Àlzati, vento di tramontana,
vieni mezzogiorno,
soffia nel mio giardino.
Vieni amore mio, nel tuo giardino,
a raccogliere mirra e balsamo.
Mangiane la frutta matura, e miele dal favo.
Gli arbusti di mirra lacerati
stillano balsamo medicinale.

“Àlzati, gioia mia,
amore mio, vieni!
Hai rapito il mio cuore, amore mio,
mi hai rapito il cuore con un solo tuo sguardo!
Il tuo amore è più inebriante del vino.
il tuo profumo più dolce di ogni balsamo.
Le tue labbra stillano miele.
Sei un giardino chiuso, fratello,
giardino nascosto, fonte sigillata.
I tuoi canali irrigano
un giardino di melagrani squisiti,
alberi di cipro e nardo,
nardo e zafferano,
cannella e cinnamòmo,
con ogni specie di alberi d’incenso,
mirra e àloe,
con tutti gli aromi migliori.
La fonte del mio giardino
è acqua viva che sgorga dal Libano.”

VII.

Portami alle valli di Engàddi,
tra i datteri ed il balsamo,
saltellando con gli stambecchi.

Avvampa il fuoco del mio amore,
mentre riposo tra le tue braccia presso le cascate.
La tua sinistra sotto il mio capo,
la tua destra mi abbraccia.

Distogli da me i tuoi occhi, perché mi sconvolgono,
il tuo sguardo è troppo intenso,
Il tuo amore ardente, fiamma divina
più forte della morte, più tenace degli inferi.
Mettimi come sigillo sul tuo cuore,
sigillo sul tuo braccio.
E lasciami riposare, innamorato, in te.

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